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Senigallia: Porta Colonna e il suo utile dominio

L’autore dello studio, Giuseppe Santoni, nell’affrontare la ricerca su Porta Colonna, oggi Porta Mazzini, di proprietà dell’Opera Pia Mastai Ferretti in quanto all’utile dominio della stessa, si è trovato di fronte all’affermazione, non argomentata con opportune note di rinvio alle fonti, di due storici senigalliesi mons. Alberto Polverari e l’archivista Edoardo Fazi, che riguardo alla Porta scrivevano: «Chiamata Porta Colonna in onore del presidente della legazione di Urbino Antonio Colonna Branciforte, essa fu completata nell’anno 1760, come si vede nello stemma dello stesso card. Colonna Branciforte disegnato a mattoni colorati sulla volta della porta stessa.»

Una sola proposizione, ma inesatta, ripresa dagli storici successivi che dagli autori citati hanno attinto le notizie senza verificarle. Perché lo stemma che si vede sulla volta dell’arco non è quello del card. Antonio Branciforti Colonna, come ritenuto, bensì quello del card. Ludovico Merlini, Presidente della Legazione di Urbino e Pesaro, e la denominazione della Porta non deriva dal card. Antonio Colonna Branciforti, ma dal card. Prospero Colonna di Sciarra, nominato Cardinale Protettore della città di Senigallia nel 1755 qualche anno prima che la Porta venisse costruita nel 1759-1760.

Altri autori poi, basandosi su stampe e foto d’epoca, hanno pensato bene di sommare inesattezze ad inesattezze, divulgando l’idea che la Porta non fu mai costruita in base ai disegni originali dell’arch. Gaetano Stegani perché il progetto fu variato in fase di realizzazione.

In questa interessante ricerca Giuseppe Santoni cerca di rettificare alcune ricostruzioni storiche arbitrarie del passato e aggiunge non poche curiosità, quali ad esempio i molti proprietari utilisti che ottennero in enfiteusi perpetua dalla Reverenda Camera Apostolica gli ambienti annessi alla Porta e alla Dogana della stessa.

Degna di nota fra costoro è la principessa Alessandrina Bleschamp, moglie di Luciano Bonaparte, alla quale forse si devono – ma è solo un’ipotesi non suffragata da documentazione – le sopraelevazioni costruite sopra la Porta nel corso dell’Ottocento, Porta della quale la principessa fu proprietaria utilista dal 1826 al 1842, prima di cedere ad altri il contratto di enfiteusi perpetua.

Dopo altri cambiamenti di proprietà, fra cui il passaggio di Porta Colonna dalla Reverenda Camera Apostolica al Demanio Nazionale, il pianoterra della stessa, che nel frattempo era stata denominata Porta Mazzini (1885), fu acquistato dal Comune di Senigallia nel 1889 per collocarvi gli uffici del Dazio consumo, mentre i piani superiori e gli appartamenti interni ed annessi furono acquistati nel 1904 dall’Opera Pia Mastai Ferretti, che tuttora ne mantiene la proprietà.

La storia di Porta Colonna e il suo utile dominio, che non era stata mai scritta prima d’ora, è corredata con una Appendice documentaria in cui sono stati trascritti alcuni Atti notarili del vol. 647, Protocollum Ampliationis 1759 B, 2º, dell’Archivio Storico Comunale “Renzo Paci”. La loro trascrizione è stata attentamente revisionata dall’archivista dr.ssa Tatiana Papi.

Presentazione di Eros Gregorini

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pdf Senigallia Porta Colonna e il suo utile dominio 6 MB